6 Marzo 2019 12:30

Intervista al Direttore Finanza

Contenere l’esposizione al rischio di tasso e di credito e ottenere le migliori condizioni possibili sui mercati dei capitali: due chiari obiettivi della strategia finanziaria di IGD.

Il 2018 si è chiuso con risultati della gestione finanziaria che hanno permesso di centrare pienamente gli obiettivi contenuti nel Piano Industriale 2016-2018. Così, se il Loan-to-Value si è attestato al 45,8%, nella parte inferiore del range 45-50% individuato come target, il Gearing, che ha chiuso il 2018 a 0,88x, è rimasto ben al di sotto dell’unità, mentre l’Interest Cover Ratio ha raggiunto le 3,47 volte, posizionandosi nettamente al di sopra della soglia di 3x individuata nel Piano. Il costo del debito, infine, nel 2018 si è ridotto al 2,7%, consentendo di cogliere anche l’obiettivo di portarlo al di sotto del 3,0%.

Dietro questi risultati e alla base di quelli che verranno nel 2019 e oltre, sta un’attenta e puntuale gestione da parte della Direzione Finanza di IGD, volta a dare compiuta realizzazione alla strategia finanziaria prevista dai Piani.

Approfondiamo questi aspetti con Andrea Bonvicini, che guida la Direzione Finanza e Tesoreria di IGD.     

 

Dottor Bonvicini, quali sono state le operazioni più importanti che hanno determinato il successo della gestione finanziaria di IGD nel 2018?

Decisamente l’operazione-chiave è stato il finanziamento senior unsecured da 200 milioni di euro, con scadenza a tre anni e opzione in favore di IGD di estensione sino a cinque anni, sul quale abbiamo ottenuto il commitment di BNP Paribas. Il finanziamento, è stato stipulato a metà ottobre e successivamente è iniziata l’attività di sindacazione da parte di BNP Paribas con un pool di banche. Con la prima tranche del finanziamento, ci siamo assicurati i mezzi per rimborsare il bond in scadenza il 7 gennaio 2019, che era ancora in essere per 124,9 milioni di Euro, mentre con la seconda tranche che utilizzeremo entro il prossimo 31 marzo per 75 milioni di Euro, azzereremo l’utilizzo di alcune linee di credito a breve termine e faremo fronte alle esigenze di cassa della Società. Con questa operazione, ci siamo posti nella condizione di ridurre ulteriormente il costo medio del debito e di coprire le esigenze di finanziamento del 2019. Non avremo non avremo significative scadenze finanziarie fino al maggio 2021, quando dovremo rimborsare il primo bond pubblico emesso da IGD nel 2016.

Vi siete mossi per tempo, dunque…

Intanto va considerato che oggi le agenzie di rating chiedono di mostrare la strada del rifinanziamento del debito in scadenza con largo anticipo. A inizio luglio, dopo la formazione di un nuovo governo in Italia, temendo i possibili riflessi sui tassi d’interesse che un braccio di ferro con la Commissione Europea a proposito dell’entità del deficit pubblico avrebbe potuto avere, abbiamo ritenuto opportuno anticipare i tempi per la chiusura dell’operazione di rifinanziamento. Di fronte avevamo due strade da esplorare: quella di un private placement, in quanto abbiamo potuto verificare un certo interesse per un private placement di carta IGD, oppure quella del ricorso al sistema bancario. Abbiamo optato per la soluzione che ci permetteva di ottimizzare sia il costo del nostro debito, perché il mercato bancario reagisce con una certa vischiosità all’allargamento degli spread, sia la flessibilità nell’utilizzo del credito, dal momento che a nostro giudizio il finanziamento potrà essere limitato a tre anni o essere esteso di ulteriori uno o due anni. Inoltre il finanziamento bancario poteva prevedere un periodo di utilizzo sufficientemente lungo per azzerare il c.d. “negative carry”.

Come siete riusciti a chiudere l’anno dal punto di vista del costo del debito dunque?

Certamente a fine anno, anche grazie a questo finanziamento, siamo risultati meno esposti al rischio tasso: il nostro debito a 31 dicembre risultava coperto al 93% circa rispetto alle oscillazioni dei tassi d’interesse. Il costo del debito è sceso al 2,7% anche grazie al miglioramento del credito di IGD, avendo colto le opportunità presentate dal mercato in una fase di tassi relativamente bassi. Non avremmo ottenuto lo stesso tipo di risultato se ci fossimo mossi anche solo qualche mese dopo.

Ci può dare un’idea della sensibilità delle variazioni della spesa per interessi di IGD in caso di una variazione di 100 punti base dei tassi?

Se oggi dovesse verificarsi uno spostamento parallelo della curva di un punto percentuale, il nostro Conto Economico rifletterebbe maggiori oneri nell’ordine di euro 0,9 milioni. Questo effetto risulta contenuto in quanto i maggiori oneri finanziari derivanti dall’incremento dei tassi sarebbero in parte compensati dai ricavi finanziari sui derivati di copertura. Inoltre, come ricordavo prima, la maggiore parte del nostro debito è a tasso fisso o coperta da rischio tasso.

Sull’arco temporale abbracciato dal Piano Strategico 2019-2021 avete perciò una buona visibilità…

Sappiamo di non avere scadenze finanziarie significative fino al maggio 2021. Nello stesso arco temporale dobbiamo anche considerare che giungeranno a scadenza alcuni mutui ipotecari; da questo punto di vista ci attendiamo di incrementare di circa 300 milioni di euro lo stock di immobili non gravati da ipoteca.

Che linea terrete sul fronte delle ipoteche immobiliari?

La nostra volontà è quella di tenere l’insieme dei nostri asset a garanzia di tutti i prestiti e di continuare a incrementare parallelamente il debito unsecured man mano che i mutui ipotecari  scadranno e gli asset saranno resi liberi da ipoteca.

Nei futuri rifinanziamenti avete in mente di portarvi verso un breakdown ideale tra ricorso al mercato e alle banche?

Certamente nelle nostre linee-guida strategiche c’è l’obiettivo di mantenere un buon equilibrio nel ricorso alle diverse fonti, ma non esiste un breakdown ideale: a seconda delle opportunità del momento, sceglieremo lo strumento e il canale più conveniente. Ad esempio, se a marzo ci sarà una nuova tornata di finanziamenti agevolati alle banche da parte della BCE, attraverso lo strumento del TLTro, cercheremo di approfittarne per raccogliere la liquidità necessaria a rifinanziare le scadenze future. Continueremo anche a esplorare le possibilità di nuove emissioni, muovendoci in particolare nel secondo semestre del 2020, a fronte di un vasta stagione di rifinanziamenti che si aprirà nel 2021 e che entro il 2024 ci vedrà impegnati a rifinanziare complessivamente oltre 760 milioni di Euro.

Il 24 ottobre scorso l’agenzia Moody’s ha confermato per il debito IGD il rating “Baa3” con outlook “Negative”. Come vi state preparando alla prossima revisione annuale del rating di Moody’s, che avrà luogo a metà marzo?

Il rating di IGD dipende sia da fattori esogeni che endogeni, quindi non tutte le leve sono nelle nostre mani. Per quanto riguarda, IGD il piano strategico recentemente approvato prevede un ulteriore miglioramento delle nostre metriche di credito.

Puntate quindi a mantenere il rating attuale?

Il mantenimento del rating è importante per la nostra strategia finanziaria: sarebbe vantaggioso presentarsi alla nuova stagione di rifinanziamenti, a partire dal secondo semestre 2020, con un rating “investment grade”. Saremo comunque in grado di gestire anche uno scenario più negativo, in cui dovessimo subire una revisione del rating. Lo abbiamo già dimostrato: nel 2008-2009 quando i tassi erano a livelli più elevati rispetto a quelli attuali, ma anche allora siamo stati capaci di superare quella fase. Oggi abbiamo punti di forza in più rispetto al passato, avendo concluso diverse operazioni di rifinanziamento in questi anni, sfruttando le condizioni del mercato nel migliore dei modi. Inoltre la gestione finanziaria, grazie a un efficiente sistema di ERM, è oggi ben organizzata e presidiata: conosciamo la nostra spesa per interessi con una precisione all’euro. Nel frattempo anche la pianificazione della gestione caratteristica è diventata più strutturata e affidabile: quello che avevamo detto alla comunità finanziaria presentando i nostri Piani si è nel tempo verificato, cementando così la nostra credibilità. Infine, credo che negli ultimi cinque anni le banche abbiano capito che IGD ha la capacità di fare qualsiasi tipo di operazione. Anche con un rating più basso, perciò, saremmo comunque in grado di portare a casa operazioni a tassi convenienti.

La ringraziamo per avere condiviso queste riflessioni.

Buon lavoro.