8 Novembre 2022 15:00

Sostenibilità finanziaria e sostenibilità green convergono nel nuovo finanziamento da 215 milioni di euro

Dopo avere definito in primavera il proprio Green Financial Framework, lo scorso agosto IGD ha ottenuto da un pool di banche il primo green loan della propria storia, per un importo di rilievo: 215 milioni di euro. Approfondiamo le ragioni per cui questa forma di finanziamento è risultata quella preferibile nel contesto attuale e quale sia il nuovo profilo che emerge in termini di sostenibilità finanziaria: ne parliamo con Andrea Bonvicini, Direttore Finanziario di IGD.

 

Che caratteristiche presenta questo green loan?

IGD ha ottenuto nuovi mezzi per 215 milioni di euro attraverso un finanziamento senior unsecured erogato da un pool di banche costituito da primari finanziatori nazionali ed internazionali. Il green loan ha scadenza a tre anni e presenta un’opzione di estensione sino a cinque anni; opzione che la Società potrà esercitare a propria discrezione.

 

Che cosa vi ha indotti a propendere per questo tipo di strumento?

Siamo partiti con un finanziamento green perché abbiamo valutato che sia lo strumento che meglio incontra le preferenze degli investitori nell’attuale contesto di mercato. Il principale beneficio che abbiamo visto in questa forma di finanziamento è la flessibilità in termini di liability management: la possibilità di estinguerlo in qualsiasi momento ci lascia infatti una porta aperta su altre opportunità di rifinanziamento, se in futuro le condizioni di mercato dovessero rivelarsi più favorevoli, ad esempio, all’emissione di un Corporate Bond. Per IGD si tratta di un aspetto cruciale: per restare in area investment grade – come siamo per Fitch che ci ha confermato un rating BBB-, con Outlook Stable – le agenzie di rating richiedono che la Società rifinanzi tutte le proprie future scadenze con almeno un anno di anticipo.  Ecco perché una soluzione unsecured a tre anni con possibilità di ulteriore estensione ha soddisfatto al meglio le nostre esigenze.

 

Un lungo lavoro ha preparato la strada a questa nuova forma di finanziamento…

Siamo partiti dagli obiettivi di sostenibilità espressi nel Piano Industriale al 2024 e dalla volontà di ottenere strumenti di finanziamento che supportino gli investimenti necessari per realizzare quegli stessi obiettivi. Il primo passo è stato quindi la definizione di un Green Financial Framework – che abbiamo pubblicato lo scorso marzo – come premessa all’emissione di strumenti finanziari green. Il Framework di IGD è stato sviluppato in conformità con i Green Bond Principles 2021, pubblicati dall’International Capital Market Association (ICMA), nonché con i Green Loan Principles 2021, pubblicati dalla Loan Market Association (LMA). L’intero documento, elaborato con il supporto di un advisor finanziario di primario standing come BNP Paribas, è stato poi anche verificato da ISS, cui abbiamo chiesto una Second Party Opinion. Il Green Financial Framework ha definito i cosiddetti Elegible Green Projects, appartenenti alle seguenti categorie: Green buildings, Efficienza energetica, Energia rinnovabile e Trasporto “pulito”. La categoria più rilevante per noi in questo momento – e quindi anche quella che riceverà maggiori benefici dai proventi ottenuti dall’operazione di finanziamento conclusa ad agosto – è quella dei Green Buildings. Abbiamo infatti già 8 assets in portafoglio che hanno ottenuto la certificazione BREEAM e altri 9 dovrebbero ottenerla entro il 2024, secondo quanto previsto dal nostro Piano al 2024. Ma non ci fermiamo qui: stiamo infatti lavorando da tempo anche a un Sustainability-Linked Financial Framework, che verrà perfezionato nei prossimi mesi, per poter emettere strumenti finanziari collegati a performance di sostenibilità.

 

È stato facile mettere insieme un pool di banche su questa particolare forma di finanziamento?

Certamente siamo stati facilitati dalla crescente attenzione del mondo bancario nei confronti di questi strumenti, dal momento che i singoli istituti hanno a propria volta una strategia di sostenibilità che si concretizza attraverso la concessione di prestiti green. Avremmo potuto ambire al coinvolgimento di ulteriori banche nel pool, con la possibilità di raccogliere anche importi superiori, ma questo avrebbe richiesto più tempo. La nostra priorità era invece quella di giungere in tempi rapidi a rimborsare anticipatamente, attraverso il nuovo green loan, il precedente finanziamento sindacato da 200 milioni di euro, in scadenza nel 2023. I tassi d’interesse si stavano infatti già muovendo verso l’alto, ma, chiudendo in breve tempo la nuova operazione, siamo riusciti ad assicurarci uno spread contenuto.

 

Guardando al profilo delle scadenze, quali ulteriori esigenze di rifinanziamento IGD deve soddisfare?

 

Come si evince dall’infografica che rappresenta il profilo di maturity del debito, se consideriamo anche le linee committeed interamente disponibili, con quest’ultima operazione abbiamo di fatto già rifinanziato le scadenze finanziarie più importanti fino a tutto il 2023. Non abbiamo un fabbisogno significativo, dal momento che ci siamo sempre mossi con un certo anticipo nelle politiche di rifinanziamento, non solo per soddisfare i requisiti previsti dalle agenzie per  il mantenimento di un rating in area investment grade, ma ancora prima per attenerci a una disciplina finanziaria che IGD si è data e che è sempre risultata premiante, in particolare in momenti critici come quelli attraversati durante i periodi di chiusura dei centri commerciali durante la pandemia.

 

A suo avviso, è cambiato il modo di valutare i profili delle società da parte delle agenzie di rating in questo nuovo scenario?

Anche le agenzie stanno cercando di valutare la portata delle ripercussioni che l’attuale situazione macroeconomica e la crisi energetica potranno avere sulle Società emittenti. Va sottolineato, peraltro, che i ricavi locativi di IGD sono protetti da una struttura di canoni indicizzati all’inflazione, mentre il maggiore costo dell’energia ha un impatto diretto sul Gruppo limitato ai consumi delle parti comuni del centro commerciale e alle superfici non affittate. Inoltre, i dati operativi che riceviamo quotidianamente mettono in evidenza un completo recupero delle vendite degli operatori rispetto al 2019, ultimo anno non impattato dalla pandemia, e di significativo incremento rispetto al 2021: segno che l’offerta di beni e servizi dei centri commerciali è al passo con i tempi ed in linea con le aspettative e i bisogni dei consumatori. Questo sicuramente è uno dei punti principali che interessano anche alle agenzie di rating nel valutare lo stato di salute e di sostenibilità dei nostri flussi di cassa. Inoltre, nella nota che ha accompagnato l’ultima credit opinion emessa il 16 settembre scorso, Fitch ha sottolineato la flessibilità offerta dal nuovo finanziamento come un elemento apprezzabile dato lo scenario in evoluzione.

 

Su che fronti si muoverà IGD nel prossimo futuro?

Per quanto ultimamente la nostra preferenza sia andata in direzione del debito unsecured, abbiamo circa 1,5 miliardi di euro di asset disponibili per effettuare operazioni di debito secured: è un “polmone” non trascurabile su cui IGD può contare. Anche se al momento non abbiamo esigenze concrete, stiamo comunque lavorando ad altre operazioni di rifinanziamento e saremmo in condizione di avere accesso a un’ampia gamma di strumenti finanziari, che si tratti di green o sustainability linked bond, prestiti obbligazionari convertibili, private placement e finanziamenti bancari secured o unsecured. Nel passato, abbiamo sempre dato prova di avere a disposizione un ventaglio di strumenti finanziari differenti e di sapere selezionare quello più opportuno per le nostre esigenze in funzione delle condizioni di mercato. Anche oggi, siamo nella condizione avere di fronte a noi diverse soluzioni.